DirtyDreams
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I fatti che seguono risalgono a circa 25 anni fa. Nomi e descrizioni dei luoghi sono leggermente adattati, tuttavia cercherò di aderire il più possibile a quanto realmente accaduto.
Una piccola premessa:
All’epoca avevo 24 anni, una sera d’estate mi ero trovato a bere una birra con un amico in un locale nel capoluogo della nostra provincia (abitavo a circa 25 km).
È l’una di notte ormai, meglio avviarsi verso casa che domani si lavora, saluto Luca e mi avvio verso casa.
Ho diverse alternative come tragitto, per abitudine prendo la via che uscendo dalla città mi consente di imboccare una strada provinciale, leggermente più lunga ma più veloce nelle ore di punta, forse a quest’ora avrei fatto prima ad attraversare la città e scendere dalla via più corta penso tra me e me mentre svolto al semaforo vicino ad un noto disco pub.
Passato il locale, dopo circa 500 metri, vedo due ragazze, una in piedi capelli castani, minigonna, top e giubbino leggero ed una bionda in pantaloni e maglietta seduta su un muretto. La ragazza in piedi sporge la mano con l’indice alzato nel chiaro segno dell’autostop, la luce dei fari la illumina meglio e riconosco dei lineamenti conosciuti.
Chiara abita nel mio paese, ha circa 4 anni meno di me, la conosco perché è la sorella di un coetaneo con cui ho fatto nuoto da ragazzini, anche lei nuotava ma essendo più giovane non ci eravamo mai realmente frequentati e non la vedevo praticamente da allora.
Mi fermo qualche metro più avanti e mentre abbasso il finestrino lei raggiunge il lato passeggero trascinando la sua amica. Quando si affaccia e mi riconosce il suo volto si illumina con un sorriso, gli occhi azzurro chiaro che avevo sempre ammirato in lei erano ora chiaramente più maturi, i lineamenti non bellissimi erano comunque regolari e piacevoli, la pelle chiara con qualche lentiggine completava un insieme molto carino, innocente ed al tempo stesso accattivante.
“Ma ciao!” Esclama felice “stai andando a casa? Ci daresti un passaggio?”
“Ciao! Con piacere, è un sacco che non ci si vede. Saltate su dai!”
Chiara prende posto al mio fianco, mentre la bionda sale dietro posizionandosi in mezzo, presentandosi come Giulia, biascica un po’ le parole e l’ andatura incerta che aveva raggiungendo la macchina tradiva già un tasso alcolico elevato.
“Hai visto Giuly! Siamo state fortunate subito”, esclama Chiara e poi rivolgendosi a me: “ci porteresti fino a Pppp (un paese a circa 10 km dal nostro), Giulia abita lì, altrimenti ci lasci a casa mia che prendo l’auto di mia madre e la porto io”
“Ma ti pare? Siamo già in auto, vi porto direttamente tanto sono pochi minuti”
Il mio sguardo continua a cadere sulle sue gambe lisce e leggermente abbronzate , mentre lei appoggia la mano sulla mia coscia esclamando “grazie!”.
Al suo tocco sento un brivido salire dalla gamba che mi fa leggermente rizzare i peli sulla nuca.
Partiamo e Chiara per voltarsi e parlare con Giulia tiene le sue gambe rivolte verso di me appoggiate molto vicino alla leva del cambio.
Dalle vaghe risposte di Giulia mi accorgo che si sta assopendo, intanto guidando imbocco una deviazione che a causa delle molte curve richiederà frequenti cambi marcia nei quali approfitto per sfiorare le gambe di Chiara, fingo di farlo distrattamente ma il fatto che lei mantenga questa posizione nonostante i miei continui sfioramenti mi fa aumentare i battiti cardiaci mentre nella mia mente l’idea che ci possa stare combatte con quella che sia solo una mia illusione.
“Si è addormentata” dice Chiara interrompendo i miei pensieri, “scusa se la vedi così ma sta passando un periodaccio e stasera ha esagerato coi cocktail. L’ho portata via dal locale perché c’era un tipo che stava per approfittarsene, è stata davvero una fortuna che tu arrivassi al momento giusto”.
“lieto di esserti utile” rispondo ed iniziamo a chiacchierare del più e del meno.
Non dovendo più parlare con l’amica la sua attenzione è più rivolta a me, quindi evito di continuare la strategia degli sfioramenti limitandomi a lasciare la mano appoggiata alla leva del cambio, le sue gambe nude sono ancora lí vicine, chiuse ed inclinate verso di me.
Manca ancora qualche km quando la sua mano sinistra afferra la mia e la appoggia appena sopra il suo ginocchio destro, mi manca quasi il fiato mentre sento la pelle liscia e morbida sotto il mio palmo ed il calore della sua mano sul dorso.
La guardo di sottecchi e vedo che ha chiuso gli occhi, il viso è rilassato, noto le labbra carnose e leggermente lucide per un velo di rossetto o lucidalabbra che sembra quasi l’unico make-up che indossa.
Purtroppo arriviamo presto ad uno stop che mi costringe ad interrompere il contatto per inserire la prima. Lei apre gli occhi e sorride mentre io guardandola le dico: “siamo quasi arrivati devi indicarmi la strada”.
Non conosco bene questo paese quindi seguo le sue indicazioni e raggiungiamo un parcheggio sotto ad una palazzina.
“Mi aiuti a portarla su? Non c’è ascensore e da sola non so se ce la faccio”.
Slaccio la cintura ed in un attimo siamo ai lati di Giulia sorreggendola davanti al portone.
Chiara cerca le chiavi nella borsa dell’amica mentre io ne approfitto per sbirciare nella scollatura di Giulia, le palpo anche il seno dovendola tenere in piedi ma mi rendo conto che è quasi una cosa meccanica sono troppo attirato da Chiara in questo momento per farci davvero caso.
Raggiungiamo l’appartamento di Giulia al secondo piano, è un bilocale dove la ragazza vive da sola, la portiamo in camera e adagiandola sul letto Chiara appoggia la mano sul mio avambraccio e mi dice: “aspetta di là che ora la spoglio e metto a letto”.
Avrei preferito godermi lo spettacolo penso ma acconsento e vado ad aspettarla nel soggiorno/cucina.
Una piccola premessa:
All’epoca avevo 24 anni, una sera d’estate mi ero trovato a bere una birra con un amico in un locale nel capoluogo della nostra provincia (abitavo a circa 25 km).
È l’una di notte ormai, meglio avviarsi verso casa che domani si lavora, saluto Luca e mi avvio verso casa.
Ho diverse alternative come tragitto, per abitudine prendo la via che uscendo dalla città mi consente di imboccare una strada provinciale, leggermente più lunga ma più veloce nelle ore di punta, forse a quest’ora avrei fatto prima ad attraversare la città e scendere dalla via più corta penso tra me e me mentre svolto al semaforo vicino ad un noto disco pub.
Passato il locale, dopo circa 500 metri, vedo due ragazze, una in piedi capelli castani, minigonna, top e giubbino leggero ed una bionda in pantaloni e maglietta seduta su un muretto. La ragazza in piedi sporge la mano con l’indice alzato nel chiaro segno dell’autostop, la luce dei fari la illumina meglio e riconosco dei lineamenti conosciuti.
Chiara abita nel mio paese, ha circa 4 anni meno di me, la conosco perché è la sorella di un coetaneo con cui ho fatto nuoto da ragazzini, anche lei nuotava ma essendo più giovane non ci eravamo mai realmente frequentati e non la vedevo praticamente da allora.
Mi fermo qualche metro più avanti e mentre abbasso il finestrino lei raggiunge il lato passeggero trascinando la sua amica. Quando si affaccia e mi riconosce il suo volto si illumina con un sorriso, gli occhi azzurro chiaro che avevo sempre ammirato in lei erano ora chiaramente più maturi, i lineamenti non bellissimi erano comunque regolari e piacevoli, la pelle chiara con qualche lentiggine completava un insieme molto carino, innocente ed al tempo stesso accattivante.
“Ma ciao!” Esclama felice “stai andando a casa? Ci daresti un passaggio?”
“Ciao! Con piacere, è un sacco che non ci si vede. Saltate su dai!”
Chiara prende posto al mio fianco, mentre la bionda sale dietro posizionandosi in mezzo, presentandosi come Giulia, biascica un po’ le parole e l’ andatura incerta che aveva raggiungendo la macchina tradiva già un tasso alcolico elevato.
“Hai visto Giuly! Siamo state fortunate subito”, esclama Chiara e poi rivolgendosi a me: “ci porteresti fino a Pppp (un paese a circa 10 km dal nostro), Giulia abita lì, altrimenti ci lasci a casa mia che prendo l’auto di mia madre e la porto io”
“Ma ti pare? Siamo già in auto, vi porto direttamente tanto sono pochi minuti”
Il mio sguardo continua a cadere sulle sue gambe lisce e leggermente abbronzate , mentre lei appoggia la mano sulla mia coscia esclamando “grazie!”.
Al suo tocco sento un brivido salire dalla gamba che mi fa leggermente rizzare i peli sulla nuca.
Partiamo e Chiara per voltarsi e parlare con Giulia tiene le sue gambe rivolte verso di me appoggiate molto vicino alla leva del cambio.
Dalle vaghe risposte di Giulia mi accorgo che si sta assopendo, intanto guidando imbocco una deviazione che a causa delle molte curve richiederà frequenti cambi marcia nei quali approfitto per sfiorare le gambe di Chiara, fingo di farlo distrattamente ma il fatto che lei mantenga questa posizione nonostante i miei continui sfioramenti mi fa aumentare i battiti cardiaci mentre nella mia mente l’idea che ci possa stare combatte con quella che sia solo una mia illusione.
“Si è addormentata” dice Chiara interrompendo i miei pensieri, “scusa se la vedi così ma sta passando un periodaccio e stasera ha esagerato coi cocktail. L’ho portata via dal locale perché c’era un tipo che stava per approfittarsene, è stata davvero una fortuna che tu arrivassi al momento giusto”.
“lieto di esserti utile” rispondo ed iniziamo a chiacchierare del più e del meno.
Non dovendo più parlare con l’amica la sua attenzione è più rivolta a me, quindi evito di continuare la strategia degli sfioramenti limitandomi a lasciare la mano appoggiata alla leva del cambio, le sue gambe nude sono ancora lí vicine, chiuse ed inclinate verso di me.
Manca ancora qualche km quando la sua mano sinistra afferra la mia e la appoggia appena sopra il suo ginocchio destro, mi manca quasi il fiato mentre sento la pelle liscia e morbida sotto il mio palmo ed il calore della sua mano sul dorso.
La guardo di sottecchi e vedo che ha chiuso gli occhi, il viso è rilassato, noto le labbra carnose e leggermente lucide per un velo di rossetto o lucidalabbra che sembra quasi l’unico make-up che indossa.
Purtroppo arriviamo presto ad uno stop che mi costringe ad interrompere il contatto per inserire la prima. Lei apre gli occhi e sorride mentre io guardandola le dico: “siamo quasi arrivati devi indicarmi la strada”.
Non conosco bene questo paese quindi seguo le sue indicazioni e raggiungiamo un parcheggio sotto ad una palazzina.
“Mi aiuti a portarla su? Non c’è ascensore e da sola non so se ce la faccio”.
Slaccio la cintura ed in un attimo siamo ai lati di Giulia sorreggendola davanti al portone.
Chiara cerca le chiavi nella borsa dell’amica mentre io ne approfitto per sbirciare nella scollatura di Giulia, le palpo anche il seno dovendola tenere in piedi ma mi rendo conto che è quasi una cosa meccanica sono troppo attirato da Chiara in questo momento per farci davvero caso.
Raggiungiamo l’appartamento di Giulia al secondo piano, è un bilocale dove la ragazza vive da sola, la portiamo in camera e adagiandola sul letto Chiara appoggia la mano sul mio avambraccio e mi dice: “aspetta di là che ora la spoglio e metto a letto”.
Avrei preferito godermi lo spettacolo penso ma acconsento e vado ad aspettarla nel soggiorno/cucina.